L’artigianalità sartoriale positanese innova la tradizione del Natale
Di Antonella Florio, foto di Arianna de Luise
Fiumi di inchiostro sono stati versati sull’arte presepiale napoletana diventata ormai, in Italia e nel mondo intero, sinonimo di italianità. Gennaro de Luise, classe ’64, di mestiere sarto, positanese di nascita e praianese d’adozione ha applicato la sua maestria artigianale all’arte del presepe, portando un tocco di innovazione.
Tale madre tale figlio
Inizia tutto da Anna Marrone, oggi 78 anni, madre di Gennaro, chiamata Anna ‘i Ferel (figlia di Fedele), una simpatica signora energica e dal fare giovanile. Anna inizia a cucire all’età di 16 anni e ancora oggi si diletta nella creazione di splendide borsette in lino e in pizzo, cucite a mano o a macchina. Gennaro cresce, quindi, tra stoffe e tessuti, imparando a mettere i bottoni nel laboratorio che sua madre allestisce in casa. «Lavoravano nel laboratorio 5 donne, mia madre, le mie sorelle Carla, Donatella e altre due sarte. Io, da piccolo, mi aggiravo tra le stoffe e le macchine per cucire e mia madre, per farmi stare buono, mi dava il compito di mettere i bottoni». Al laboratorio, attivo fino alla fine degli anni ’80, si rifornivano storici negozi di Moda Positano come Pepito’s e Brunella.
L’apprendistato
A 12 anni Gennaro decide di continuare il mestiere della madre e così va a imparare da Alfonso Esposito – detto Mast Alfons – a Positano. «Alle scuole medie marinavo le lezioni per andare a cucire. Mast Alfons era convinto che mia madre sapesse dove trascorrevo le mie mattine. In realtà non era così e, quando lei lo scoprì, ricordo di non aver passato un buon quarto d’ora». Conseguita la licenza media, Gennaro comincia a lavorare stabilmente da Mast Alfons e, cucendo pantaloni e camicie, rimane in bottega per ben 5 anni. Da quel momento in poi, è tutto un susseguirsi di esperienze: «da Pepito’s facevo solo le pieghe ai pantaloni, i clienti venivano in negozio ed era mio compito fare “gli aggiusti”. Ricordo di aver fatto le pieghe anche a Renzo Arbore e a Edoardo Bennato», ci racconta Gennaro con un pizzico di orgoglio. Capisce poi di volersi specializzare nell’arte del taglio e così si reca al laboratorio Murat. Qui la signora Assunta diventa la sua maestra e, tra un rimprovero e l’altro, gli insegna tutti i segreti del taglio che poi diventerà la sua occupazione principale in vari laboratori positanesi fino a poco prima di questo fatale 2020.