Immergersi in uno dei fiordi più magici d’Europa, dimora ospitante di un appassionante campionato mondiale di tuffi
4 masggio 2021, di Saveria Fiore. Foto di Vito Fusco
“La gara è appassionante, e si ritrova infine sul trampolino per l’ultimo tuffo. Non gli interessa più vincere, ha dimostrato a se stesso di poterlo fare. Chiude le palpebre; nel buio trafitto dal sole scorre velocemente la sua vita […] Un respiro profondo e poi giù nell’aria limpida a cercare il mare” (Quel ponte sul fiordo di Furore, Enzo Capuano)
Un salto nelle origini
Nell’atavica operosità della Terra Furoris (come un tempo era denominata Furore), in uno tra i fiordi più belli d’Europa è stata ospitata, per ben 32 edizioni, una spettacolare gara di tuffi che ha raccolto a sé sportivi del panorama internazionale (Spagna, Svizzera, Usa, Danimarca, Bosnia Erzegovina, Italia, Portogallo).
Un evento che coniuga l’amore per la natura e la bellezza del paesaggio con il fervore dello sport estremo: tutto ciò reso possibile dall’intraprendenza dell’Associazione Marmeeting e del suo presidente Oreste Varese.
I pionieri tedeschi
E in un attimo ci si tuffa dalla Germania del 1811, dove è avvenuta la nascita di questo affascinante sport, all’impareggiabile bellezza della Costiera amalfitana del ventunesimo secolo.
Un tuffo che parte da lontano. I salinatori di Halle (Germania), che lavoravano alla vaporizzazione dell’acqua del fiume Saale, per estrarne il sale, si lanciavano poi in pozze d’acqua dolce per purgarsi dai residui. L’ebbrezza di essere sospesi ad un soffio dall’acqua, la passione di quel gesto contagiò i ginnasti, che lo trovarono un ottimo modo per esercitarsi nelle loro acrobazie proteggendosi così dal pericolo delle eventuali cadute al suolo.
Le declinazioni moderne
Oggi, i tuffi hanno una tecnica più raffinata; tant’è vero che assumono spesso denominazioni di animali dalle eleganti posture.
Uno tra i più semplici, col corpo teso e le braccia aperte, viene chiamato “a rondine”, in Svezia, e “a cigno” negli Stati Uniti. In Italia, ancor più romanticamente diciamo “ad angelo”. Non è un caso, infatti, che uno dei più grandi protagonisti italiani di tale gioco sportivo, Klaus Dibiasi, fosse conosciuto come l’”Angelo Azzurro”.
Il palcoscenico per volare a Furore
Per ospitare un campionato mondiale di tuffi acrobatici di tale portata è difficile immaginare uno scenario più pittoresco del fiordo di Furore. Uno dei due fiordi unici in Europa (secondo solo alla baia di Kotor, in Montenegro) di origine fluviale.
Sotto la grande arcata del ponte un lenzuolo di mare si sdraia sulla riva del borgo marinaro, e la smembrata cerniera di montagna che corre ripida dall’altopiano di Agerola fino al mare, scolpita dal fiume Schiato, decreta un eterno amore platonico tra i due margini di roccia. Si può giungere all’antico paesello per via mare o attraverso la rustica scalinata che serpeggia verso la baia.
L’innamoramento di Roberto Rossellini per Furore
L’atmosfera placida e onirica che si respira rievoca i ricordi del film “Amore”, girato qui con il regista Roberto Rossellini e Anna Magnani nel 1948.
Del loro tormentato amore non restano che due monazzeni di pescatori (vecchi depositi di attrezzi, nrd.) che comprarono qui e che la gente del posto ancora associa a loro. Rigogliosi embrioni arborei si insidiano tra le crepe del costone roccioso e la voce impetuosa del mare ricalca quel furore che è l’anima del luogo.
Gli atleti in gara
Contornati dal sottile eco dello sciabordare delle onde tra le frastagliate rocce del fiordo, gli atleti si lanciano in un tuffo di appena pochi secondi, da una rampa di 28 metri.
Istanti congelati in un infinito momento di ardente irrequietudine. Tutto è dolce fugacità e meraviglia agli occhi degli spettatori, spalmati sulla scalinata che porta alla spiaggia del fiordo, sul ponte che percorre la statale, sui privilegiati spalti del mare, da barche e gommoni organizzati anche per i fotografi chiamati ad immortalare l’evento.
Un lungo respiro preparatorio, poi il volo prende una velocità di circa 100 Kmh appena prima di impattare sull’acqua. I corpi danzanti, a quel punto, sembrano immateriali e il sussulto del mare è quello di un singhiozzo mozzato.
l vincitore Statunitense
Un’emozione ripetuta, con ben tre tuffi acrobatici, alla fine dei quali viene assegnato un punteggio totale. Nell’ultimo campionato nel 2018 ha visto il podio lo statunitense Steven Lobue, con 319,10 punti.
“Era la mia settima partecipazione al Marmeeting e non ero mai andato oltre il terzo posto”, ha annunciato Lobue con immensa soddisfazione. Un tuffatore che aveva già vinto la medaglia d’oro ai campionati mondiali di nuoto di Budapest 2017.
Adrenalina, sport e natura
La gara di tuffi ha attirato a mano a mano sempre più platea di turisti e locali, avvalendosi, nell’ultimo anno di manifestazione, della collaborazione con il famoso circuito internazionale della Red Bull Cliff Diving World Series.
Senza dimenticare la presenza della televisione locale. Adrenalina, sport, natura, e l’incanto di una bellezza unica al mondo creano l’armonia perfetta in quest’angolo di costa. D’altra parte, chiunque percorra il ponte di Furore, almeno una volta nella vita, non può non frenare lo sguardo su quella cicatrice nella roccia, proprio come sentisse il lieve strattone di un bambino che tira i lembi del vestito per destare attenzione.