Varcando il portale di bronzo si entra nella storia della Repubblica Marinara: dai Cavalieri di Malta, a Ludovico di Tolosa fino a Sant’Andrea
5 gennaio 2021. Di Alessio Amato, foto di Andrea Gallucci
La Cattedrale di Amalfi è ritenuta oggi uno tra i monumenti più importanti e belli d’Italia dove lo stile bizantino si unisce al romanico, all’islamico e al barocco. Il complesso monumentale composto dal Duomo, dal Chiostro del Paradiso e dalla chiesa del Crocifisso sede del Museo Diocesano, ha un valore storico e sociale che va oltre quello artistico.
La cattedrale venne costruita nel X sec., quando Amalfi primeggiava nei commerci del Mediterraneo e che ancora oggi attira e ammalia migliaia di persone ogni anno. La struttura che alcune opere d’arte oggi conservate all’interno del museo tramandano da secoli sono messaggi significativi considerando i problemi che stavano segnando l’epoca contemporanea: carità, accoglienza, cura dei pellegrini, povertà e rifiuto di potere e ricchezze, unione di religioni nei momenti di divisioni.
L’impronta dei Cavalieri di Malta
Il Duomo di Amalfi testimonia grande rispetto religioso. Le linee islamiche diventano parte integrante della cristianità in un’armonia troppe volte ripudiata, specchio di secoli di scambi commerciali con popoli lontani sia geograficamente che culturalmente.
Nel Museo Diocesano di Amalfi è conservato il Vello d’Oro dell’ordine dei Cavalieri di Malta, fondati secondo la tradizione da Fra Gerardo Sasso di Scala. Un ordine nato come Cavalieri Ospitalieri Gerosolimitani con l’obiettivo di curare i pellegrini bisognosi non solo cristiani che arrivavano a Gerusalemme.
Il coraggio di Ludovico di Tolosa
Opera d’arte di nota è la Mitra Angioina che appartenne al Vescovo di Tolosa, Ludovico, proclamato Santo nel 1317. Di certo suscita interesse e stupore la qualità e la scelta dei materiali: oro, smeraldi, rubini, disegni composti con quasi ventimila piccole perle.
Ma è la figura di Ludovico che è meravigliosa. Figlio di Carlo II d’Angiò venne fatto prigioniero per sette anni dal re aragonese che gli garantì un’educazione francescana. Nel 1295, all’età di ventuno anni, venne liberato e l’anno successivo rinunciò al trono indossando segretamente l’abito francescano.
Contro la sua volontà fu nominato Vescovo di Tolosa ma le sue opere di carità e atti di umiltà rappresentano oggi la sua vera corona. Amalfi ha l’onore di conservare la Mitra, simbolo di ricchezza e sfarzo che Ludovico rifiutò per tutta la sua brevissima vita. Morì all’età di 23 anni.
La porta d’ingresso
Anche il Portale di bronzo trasmette un concetto di rispetto religioso. Venne prodotto a Costantinopoli solo tre anni dopo lo Scisma d’Oriente del 1054 che diede vita al movimento cristiano greco ortodosso.
Il monumento bronzeo presenta quattro figure al centro: il Cristo e la Vergine in alto e Sant’Andrea e San Pietro in basso. Interessantissimo appare l’ordine delle figure in quanto Sant’Andrea, santo di riferimento e fondatore degli ortodossi, anticipa San Pietro, simbolo del cattolicesimo. Da evidenziare che le reliquie di Sant’Andrea giungeranno ad Amalfi circa un secolo e mezzo dopo.
Il primo apostolo
L’importanza del Duomo di Amalfi è legato soprattutto alle reliquie di Sant’Andrea che con suo fratello Simon Pietro furono i primi apostoli. Secondo la tradizione Sant’Andrea è il primo eletto, il primo Apostolo. Ancora oggi molti pellegrini Ortodossi arrivano ad Amalfi per far visita alle spoglie di Sant’Andrea.
Proprio ad Amalfi si può assistere a Cristiano -Ortodossi che pregano insieme a Cristiano Cattolici in una chiesa con forti impronte islamiche. Ancora oggi Amalfi ha saputo conservare quel messaggio di rispetto e pace ed è questo il messaggio forse più importante e toccante.