Gli incappucciati della Settimana Santa, cantori della Passione

I Battenti sono figure salienti della Pasqua in Costa d’Amalfi i loro canti sono preghiere e suoni diventate ormai parte del patrimonio culturale locale

28 marzo 2024, di Francesca Faratro. Foto di Giuseppe Proto


Il Padreterno ce lo mette nel sangue!” Dicono gli anziani di Amalfi, lasciando percepire appieno il valore del ruolo che ricoprono. I Battenti, gli uomini incappucciati e vestiti con tonache bianche, sono figure salienti della Pasqua in Costa d’Amalfi ed i loro canti sono preghiere e suoni che si elevano al cielo, consegnati alla storia diventando tradizione. Conosciuti anche come peccatori incappucciati, riempiono le strade durante giorno e notte, scandendo i riti della Settimana Santa. 

Con i loro canti plurisecolari, riempiono vicoli e strade, slarghi e piazze seguendo un calendario ben preciso che fa tappa nelle chiese dei borghi costieri, rispettando ogni anno lo stesso rituale.

L’inizio e il significato del percorso dei Battenti in Costa d’Amalfi

La loro origine, poco definita ed abbinata alle tradizioni religiose pasquali di gran parte della regione Campania, viene associata alle congreghe che non solo portano avanti la tradizione ma lo fanno anche diversificandosi fra loro. Ogni congrega infatti, differisce dall’altra non solo per il repertorio proposto ma anche per il colore della tonica o di qualche particolare che caratterizza il vestito dei componenti. 

«Essere Battente significa possedere un innato amore per il ruolo e, soprattutto, essere animato dalla volontà di trasmetterlo ai giovani così che possano partecipare non solo da spettatori. Con il tempo saranno loro a continuare la tradizione, così da non farla morire mai – afferma Luigi Aceto, giovane di Minori, Battente da quando era un bambino – Ogni uomo deve essere Battente per vivere l’ esperienza di fede, immedesimarsi e lasciarsi coinvolgere sentimentalmente nel ricordo della Passione di Cristo attraverso l’antica cultura e la suggestività propria del luogo. Solo così continueranno nel tempo a essere, con i loro canti, latori d’amore».

Gli incappucciati della Settimana Santa in Costa d'Amalfi, cantori della Passione. I canti dei  Battenti
I canti dei Battenti 

La tradizione amalfitana

In Costa d’Amalfi le prime comparse dei Battenti risalgono al XIV secolo quando questi, vestiti di bianco e cinti da una corda di canapa, percorrevano le strade di Minori. Cantando, senza strumenti in accompagnamento ma unicamente con le loro voci, compongono un ensemble fatto di note e tonalità uniche. 

I Battenti di Amalfi invece sono quelli che silenti, accompagnano Gesù Cristo morto in processione. I loro lumini dorati, creano per le stradine del borgo marinaro una suggestiva cornice fra luci spente e zone d’ombra.

Il rituale visto in Gomorra 2

La tradizione minorese, fra sacro e profano, è stata anche protagonista di diversi film: numerosi sono stati i registi che hanno proposto la bellezza di tali figure per le loro scritture cinematografiche. Ultima la comparsa dei Battenti nella serie Gomorra 2, in particolar modo nell’episodio che ritrae la processione di Gesù Cristo morto fra le strade cittadine.

Gli incappucciati della Settimana Santa in Costa d'Amalfi, cantori della Passione. Bambini e adulti si preparano per eseguire il repertorio
Bambini ed adulti si preparano per eseguire il repertorio 

Da padre in figlio

Indossando un cappuccio a punta, il repertorio è eseguito da soli uomini ed i brani sono tramandati unicamente di padre in figlio. Dell’origine dei testi non vi sono testimoniante ma recenti studi li fanno risalire al periodo Barocco. I canti sono eseguiti sulla base di testi indigeni che si rifanno alle ultime ore di vita del Signore e alla sua Passione. Suddivisi in quattordici stazioni, ogni brano è composto da due strofe. L’unica distinzione sostanziale è nell’esecuzione di questi: alcuni vengono eseguiti per le strade, altri unicamente all’interno delle chiese.

La presenza dei bambini

Fanno parte dei gruppi anche i bambini a cui è affidato il ruolo più importante. Dopo aver eseguito il repertorio, toccherà al più piccolo, infatti, concludere, con specifiche strofe, l’esecuzione. Solo allora il momento potrà terminare per poi passare alla tappa successiva del percorso.  Per i piccoli tale rituale non conosce né fatiche, né sforzi anzi, loro fremono di uscire di notte, all’ombra delle candele, seppur li tolga dal sonno.

Gli incappucciati della Settimana Santa in Costa d'Amalfi, cantori della Passione. Le voci dei bambini che animano la Settimana Santa
Le voci dei bambini che animano la Settimana Santa 

Voci e voci

All’interno del gruppo ci sono differenze salienti da dover rispettare e diverse tonalità di voci: le più basse fanno parte delle voci e vascie mentre le alte sono quelli e’ ncoppe. Tale distinzione non è frutto del caso ma ha una collocazione ben precisa, affidata alla storia e all’origini della tradizione prettamente minorese. 

Anticamente a Minori ad essere presenti sul territorio erano due congreghe alle quali veniva affidata l’armonizzazione dei canti della Settimana Santa. Il giovedì sera era il turno dell’Arciconfraternita del SS. Sacramento, pronta a dar inizio ai riti della morte e della passione di Cristo con il Ton’ e vascie. Tale appellativo non solo si riferiva alla tonalità della voce durante l’esecuzione ma anche all’ubicazione della congrega, locata nel punto più basso del paese. 

Il Venerdì mattina invece, era il turno dell’Arciconfraternita del SS. Rosario di Villa Amena. Questa continuava i canti eseguendoli con i Ton’ e ncoppe, ovvero un’armonizzazione con tonalità più alta. Quest’ultima congrega sorgeva in una zona più alta del borgo costiero. E’ l’Arciconfraternita del SS. Sacramento l’unica attualmente presente, la quale accorpa entrambe le voci.

Gli incappucciati della Settimana Santa in Costa d'Amalfi, cantori della Passione. La luce che illumina le vie interne ed esterne
La luce che illumina le vie interne ed esterne

La disposizione dei tornelli

Rilevante è la collocazione fisica che i battenti assumono durante la loro esibizione. Questa li suddivide in tre cerchi, detti tornelli. Nel primo si dispongono i battenti cantori, coloro che intonano “la parte”, ovvero la strofa. Nel secondo cerchio si collocano coloro che rispondono, scelti fra gli elementi dotati di buone capacità vocali mentre nel terzo ed ultimo cerchio prendono parte tutti gli altri componenti che costituiscono il farrone.

Gli studi sui Battenti

Numerosi sono stati e lo sono tutt’oggi gli studi effettuati su tale tradizione, i quali hanno interessato storici e musicologi di fama internazionale. Riconosciuti e tutelati dal MIBACT, dal 2010 i canti dei battenti sono stati dichiarati Patrimonio Storico Culturale della Città.