Dall’incontro fra le famiglie Rufolo e Marra, alla fascinazione di Francis Neville Reid e Richard Wagner, come la storia ha contribuito a plasmare la colonna sonora di questa località esclusiva della Costiera.
Di Alessio Amato, foto di Salvatore Guadagno
La musica, unione di suoni perfetta per questa terra dove la natura ha composto melodie divine che hanno saputo cullare e a volte ispirare in moltissimi. La storia e l’arte nelle bellezze paesaggistiche che dominano la Costiera, incontrano il sublime grazie alla propria colonna sonora. E non importa se sia a tema, se sia alla moda: il fascino può essere svelato nella sua storia da raccontare e Ravello ce l’ha. Basta tornare indietro di circa mille anni, al tempo delle streghe, al tempo di congregazioni, di crociate, di paure e speranze, al periodo di massimo splendore per la cittadina costiera.
L’unione di due famiglie
Per capire il collegamento attuale tra Ravello e la musica, pare fondamentale ritornare a quei tempi, più precisamente alla metà del XIII secolo quando due famiglie importanti di Ravello, Rufolo e della Marra, unirono in matrimonio il potere economico a quello politico entrando per sempre nella storia del Mezzogiorno. Nicola Rufolo ereditò il palazzo (Villa Rufolo) e lo rinnovò ispirandosi fortemente all’architettura islamica dei re normanni di Palermo. Le due casate ricoprirono per mezzo secolo ruoli di primissimo piano come controllori di tasse, di porti, di dogane, di castelli, e godendo di due dimore principali: Ravello sulla costa occidentale e Barletta su quella orientale. Barletta rappresentò uno dei porti più importanti verso l’Oriente e proprio lì trovarono dimora molte famiglie di commercianti e ordini cavallereschi come Ospedalieri e Templari. Rufolo e della Marra non hanno collegamenti diretti con i Templari. Le uniche cose certe che li accomunano, per quel che sappiamo ad oggi, sono la tradizione di banchieri di corte e la tragica fine. I Rufolo divennero banchieri di Carlo I d’Angiò poco tempo dopo la conquista del Regno di Sicilia (1266) mentre i Templari da anni prestavano somme di danaro sia a privati che alle corone. Carlo I e suo figlio Carlo II organizzarono un processo contro i Rufolo e i della Marra con l’accusa di alto tradimento non restituendo ingenti somme che le famiglie avevano prestato al re ed espropriando loro terre e ricchezze. Alcuni membri delle due casate vennero condannati a morte. Era il 1283.
La decadenza
Qualche anno dopo i Templari finanziarono il re Filippo IV di Francia, lo stesso che venerdì 13 ottobre del 1307 emanò un ordine di cattura verso i suoi creditori di Terra e di Francia e sciogliendo l’ordine ma non i princìpi. È da questo evento secondo la tradizione popolare, che il venerdì 13 è ritenuto giorno funesto. Da quegli anni per la cittadina costiera il vuoto, una vera e propria decadenza e abbandono. Terremoti e pestilenze contribuirono al degrado di questa terra che comunque riuscì, quasi sei secoli dopo quella tremenda condanna, ad affascinare viaggiatori e uomini coltissimi come un botanico scozzese che si era trasferito a Napoli.