Settimana di Ferragosto tra stelle e nuove vite in Costa d’Amalfi: la schiusa delle tartarughe a Maiori

Settimana di Ferragosto tra stelle e nuove vite in Costa d’Amalfi: la schiusa delle tartarughe a Maiori. Un miracolo antico e sempre nuovo consegna 70 nuove tartarughe al mare

20 agosto 2024 di Susy Pepe. Foto per gentile concessione di Michele Abbagnara e Federica Giordano. Foto di copertina Michele Abbagnara



Nella settimana del Ferragosto a Maiori il cuore della natura ha battuto più forte, illuminando le notti della Costiera amalfitana con un miracolo antico e sempre nuovo. Sotto il cielo estivo, incorniciato da milioni di stelle e dal riflesso della luna quasi piena sul mare, il nido di Caretta Caretta ha dato inizio allo spettacolo straordinario della schiusa.  Il culmine c’è stato ieri, all’apertura finale del nido da parte degli operatori specializzati e dei biologi marini per la computa finale delle uova e delle nuove tartarughe nate, che sono state circa 70.


La schiusa del nido di tartaruga a Maiori


Le prime 49 tartarughine hanno rotto il loro guscio e si sono affacciate al mondo emergendo faticosamente dalla sabbia, iniziando con grande decisione la loro avventura verso il Mediterraneo, nella notte tra il 14 e il 15 agosto. Nella notte successiva, mentre una Maiori affollata celebrava con un grande spettacolo di fuochi artificiali la patrona Santa Maria a Mare, sono nate altre 15. Poi altre hanno seguito lo stesso percorso la notte successiva, in un crescendo di vita che ha commosso tutti coloro che hanno avuto la fortuna di assistere grazie al maxischermo con diretta sul nido allestito sul lungomare per consentire a tutti di seguire l’emozionante evento. 


Tutte le tartarughine sono poi state rilasciate all’alba della notte in cui sono nate. La loro liberazione sullo sfondo della Torre Normanna è stata un momento profondamente emozionante, ma non senza difficoltà. Durante le prime ore della notte, attirate dalle luci dei lampioni del lungomare, le piccole creature sono state tentate di tornare verso la terraferma, smarrendo la via verso il mare. Così, i biologi marini hanno deciso di adottare la soluzione d’emergenza di liberarle all’alba, quando la luce del giorno le avrebbe guidate senza indugi verso la loro destinazione naturale, valutando che l’orario seppure insolito avrebbe consentito loro maggiori opportunità di andare al largo. 


La nascita delle tartarughe a Maiori è stata il punto finale di un lungo cammino corale. Il nido, nel quale una femmina di Caretta caretta aveva deposto le uova la notte dello scorso 30 luglio dopo un primo tentativo andato a vuoto perché disturbata da persone presenti in spiaggia, è stato subito registrato e monitorato dalla rete del progetto Life TurtleNest. Sotto il coordinamento della stazione Anton Dohrn di Napoli, gli operatori della Area Marina Protetta di Punta Campanella hanno controllato il nido in collaborazione con i volontari di Enpa Costa d’Amalfi e i ragazzi del corpo europeo di volontariato impegnati nel progetto Make It Blue, promosso dall’associazione Acarbio. Biologi specializzati e decine di giovani volontari hanno avuto cura del nido giorno e notte, sotto la guida del responsabile Domenico Sgambati della AMP Punta Campanella, fino a passare accanto al nido giorni e notti senza riposo in occasione dei giorni della schiusa, vigilata anche dalla Guardia Costiera e dalla Polizia Locale del Comune di Maiori, e del rilascio in mare delle tartarughine. Un grande dispiegamento di forze, a protezione delle nuove vite. 

Una delle tartarughe raggiunge il mare – Ph per gentile concessione di Federica Giordano

Il nido di Caretta caretta di Maiori: occasione di conoscenza


Al margine delle operazioni di monitoraggio delle neonate tartarughe, Sgambati ha spiegato: “Alla fine della schiusa abbiamo aperto il nido per contare quante uova si sono schiuse, quante no. Raccogliamo questi dati per il progetto Life TurtleNest, con l’obiettivo di capire cosa sta accadendo in questi ultimi anni nei quali stiamo registrando un ampliamento dell’habitat di nidificazione della Caretta caretta del Mediterraneo nell’area occidentale e un aumento dei nidi nei nostri territori. Probabilmente è a causa dei cambiamenti climatici ma anche per effetto dei programmi di conservazione degli ultimi 30 anni che ci consentono di avere un maggiore numero di tartarughe nel Mediterraneo.
E poi ha aggiunto: “Per quanto riguarda Maiori, siccome non ci siamo trovati in un posto selvaggio ma nel pieno centro abitato, abbiamo colto l’occasione per installare un punto informativo fisso sul lungomare incontrando centinaia di persone informandole sul progetto, su come comportarsi nell’evenienza si incontrino tartarughe in risalita sulla spiaggia o si scopra un nido, e poi abbiamo dato informazioni sull’andamento del nido. Nel momento della schiusa abbiamo realizzato una proiezione in diretta in modo che le persone potessero godere di questo evento senza scendere sulla spiaggia evitando così di disturbare durante un evento così delicato.” 

Domenico Sgambati. Foto per gentile concessione di Michele Abbagnara


La Costa d’Amalfi, un territorio complesso tra natura selvaggia e dolce vita


La schiusa del nido di tartarughe a Maiori, la seconda dopo quella di un nido non segnalato nel 2021 che si era annunciato direttamente con l’emersione delle tartarughine dalla sabbia, è stata dunque un evento straordinario arrivato a ricordare quanto la Costa d’Amalfi sia un territorio di meraviglie naturali, un luogo dove il ciclo della vita prosegue silenzioso e potente accanto all’uomo. La nascita di queste piccole creature è un segnale forte: anche in un ambiente turistico, dove la dolce vita in questi giorni ha attratto celebrità come Steven Spielberg e Madonna, la natura pretende i suoi spazi per esprimersi in tutta la sua magnificenza. Il contrasto tra la vita selvaggia e il lusso della vita moderna si è manifestato in modo sorprendente, ricordando quanto sia complessa e varia questa terra, anche nel raggio di pochi chilometri. E ricordando che le attività umane devono sempre tenere conto dello scrigno di biodiversità che il territorio ospita, proteggendolo e conservandolo. Come è stato fatto in questo caso.

Foto Michele Abbagnara


Il progetto Life TurtleNest


ll progetto LIFE TURTLENEST, cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE, è finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) del Mediterraneo, attraverso attività di monitoraggio e messa in sicurezza dei nidi. A causa del riscaldamento globale, il numero di nidificazioni della tartaruga Caretta caretta nel Mediterraneo occidentale è cresciuto esponenzialmente. LIFE TURTLENEST, che ha come beneficiario coordinatore Legambiente, mira quindi a lavorare concretamente per la protezione della specie e dei nuovi siti di nidificazione in base agli scenari climatici attuali e futuri nel Mediterraneo, considerato uno dei più importanti ecosistemi al mondo.
Nel Mediterraneo Occidentale i nuovi siti potenzialmente idonei alla nidificazione della tartaruga marina comune sono minacciati dall’inquinamento, dallo sviluppo turistico incontrollato, dai cambiamenti climatici e dall’uso intensivo delle spiagge. In assenza di interventi specifici di conservazione anche proattiva la specie potrebbe non trovare ambienti idonei alla nidificazione e non avere così la possibilità di rispondere al cambiamento climatico. D qui la scelta di agire con Life TurtleNest per proteggere i nuovi siti riproduttivi e quelli potenzialmente idonei per sostenere l’espansione dell’areale di nidificazione della specie attraverso la tutela dei nidi e dei piccoli.