Sfilano su Largo Marinella ad Atrani opere che celebrano la cultura locale della pesca e il legame con il mare
27 maggio 2021, di Annamaria Parlato.
Il rapporto tra uomo e mare rappresenta un nesso ancestrale che perdura sin dai primordi della civiltà. La dimensione onirica degli abissi marini, carica di forti richiami, fa sì che le acque salate rimandino alle origini del mondo e dell’esistenza stessa, che fa parte, in modo quasi paradigmatico, di ognuno di noi.
La convenzione tra FLAG e il Comune di Atrani
A gennaio 2021 il Gruppo di Azione Locale nel settore della Pesca “FLAG Approdo di Ulisse” con sede a Cetara e il Comune di Atrani hanno stipulato una interessante convenzione.
Il FLAG Approdo di Ulisse nasce con l’obiettivo di promuovere e sostenere la piccola pesca costiera e le attività connesse attraverso una chiave di lettura che interagisca con la storia, la tradizione e la cultura delle marinerie. La presente convenzione aveva in oggetto la realizzazione dell’intervento “Campagne di promo valorizzazione del pescato locale, delle tradizioni delle marinerie del FLAG”.
L’azione è stata rivolta esclusivamente agli Enti Locali compresi nel territorio FLAG ed è stata attuata con una procedura che si è avviata dopo l’approvazione preliminare da parte della Regione Campania, mediante la pubblicazione di una manifestazione d’interesse rivolta ai Comuni.
Il richiamo del mare
L’azione ha puntato a valorizzare l’immagine dell’economia ittica, delle tradizioni marinare e produttive del territorio del FLAG Approdo di Ulisse, potenziando il legame tra ambiente (marino e costiero), capitale culturale/tradizionale, operatori della pesca costiera, consumo consapevole della risorsa ittica e comunità locale.
Tali obiettivi sono stati necessariamente associati ai temi della tutela e salvaguardia della risorsa mare e dell’ambiente anche attraverso azioni che sostengano la lotta alle forme di pesca illegale. E così è nato il progetto “Vasi d’a…mare” coordinato dal gallerista e curatore Gennaro Mangieri, con l’intento di promuovere, tra l’altro, eventi culturali ed artistici legati al tema della pesca e del mare, valorizzando il legame con le tradizioni marinare e, allo stesso tempo, con le attività artistiche e tradizionali dei borghi.
Il Presidente di FLAG, il Dottore Fortunato Della Monica ha ammesso: «Tutto ciò è avvenuto al fine di rafforzare la visibilità, la credibilità e l’immagine del territorio attraverso il concetto della pesca come attività compatibile, mettendo in rilievo lo sforzo di maturazione che il settore ha fatto e che continua a fare per superare gli ostacoli e le problematiche al fine di uscire dalla marginalità e di porsi come un settore valido competitivo della pesca costiera e che valorizzi il legame con le tradizioni marinare dei borghi e delle attività artistiche ed artigianali tradizionali ed identitarie del territorio del FLAG».
Il museo a cielo aperto
Un legame antichissimo unisce il piccolo Paese al suo mare, un legame che parte dai tempi in cui la storia di Atrani si intreccia strettamente con quella di Amalfi e della antica Repubblica marinara. Gli Atranienses prosperavano grazie alla propria intraprendenza commerciale e affrontando le incursioni dei pisani del XII secolo, il maremoto del 1343 sommerse buona parte del litorale. Il fascino delle lampare e della pesca della seconda metà del secolo scorso, giunse fino allo sviluppo turistico di oggi.
A questo legame sono dedicate le opere di Lucio Liguori (Un mare di alici), Francesco Raimondi (Sirene di Atrani), Vincenzo Caruso (Fondali), Sasà Mautone (Onda lunga), Pasquale Liguori (Blù infinito), installate su supporti foggiati a mano dall’artista-fabbro Giovanni Spada e collocate en plein air su Largo Marinella lo scorso 29 aprile 2021.
Il Sindaco Luciano de Rosa Laderchi fiero di aver dato vita ad un’esposizione d’arte contemporanea, seppur in forma embrionale, nel museo naturale del mare, quale è il paesino di Atrani, enormemente compiaciuto ha sottolineato la sua soddisfazione:
«Ringrazio il gruppo di azione locale nel settore della pesca Flag ed il suo Presidente, Dott. Fortunato Delle Monica, che hanno consentito la realizzazione dell’intervento Amare Nostrum – progetto Vasi d’a…mare con l’intento di promuovere, tra l’altro, eventi culturali ed artistici legati al tema della pesca e del mare, valorizzando il legame con le tradizioni marinare e, allo stesso tempo, con le attività artistiche e tradizionali dei borghi. Un grazie di cuore all’amico Rino Mangieri, che ha coordinato questa iniziativa con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il territorio, incentivando un turismo culturale di qualità. E, naturalmente, grazie ai cinque artisti che con le loro straordinarie opere ci aiutano anche questa volta a rendere sempre di più “Atrani museo a cielo aperto”».
I vasi d’autore
La fonte di ispirazione che accomuna gli artisti è il mare con l’insieme di tutti i suoi elementi naturali che caratterizzano sia l’intenso colore tra il reale ed il mitologico sia il processo di smaltatura delle opere. Gli stili e le tecniche di ogni singolo artista, dettate dal percorso formativo e di vita, hanno plasmato le sculture in crescendo di virtuosismi metaforici: è sembrato proprio di vedere e toccare con mano il vortice dei colori intensi del mare, del cielo, delle spiagge, dei boschi, degli agrumeti, dei limoni, sommergendo lo spettatore di emozioni e rendendo
“… dolce il naufragar in questo mare”. Le espressioni artistiche dei cinque maestri ceramisti hanno contemplato la capacità di far rivivere le storie di quei pescatori che ogni giorno si imbarcavano sulle proprie piccole imbarcazioni alla ricerca di fortuna.
Enzo Caruso – Fondali
Enzo Caruso ha insegnato dal 1963 al 1996 Progettazione ceramica presso l’istituto Statale d’arte Filiberto Menna di Salerno. Nel 1975 è fra i fondatori, a Salerno, del laboratorio Fornelle dove realizza ceramiche ispirate all’archetipo Vietrese.
Attualmente ha un laboratorio a Vietri sul Mare, dove realizza pezzi unici e sculture in ceramica. La sua sperimentazione tecnica ha, nel tempo, insistito particolarmente sugli effetti materici degli smalti, operando sui dosaggi, sulle composizioni e sulle diverse temperature di fusione. Come altri artisti della Costa d’Amalfi anche Caruso da anni è attento a tessere un dialogo con la ceramica, cioè, un rapporto con le manualità, le cromie, l’immaginario della ceramica popolare ed arcaica mediterranea.
La ceramica di Caruso ha, in particolare, fatto dell’imperfezione una virtù. Rino Mangieri, descrivendo l’opera di Caruso ha evidenziato: «La progettazione e la realizzazione dell’opera suggeriscono efficienza e ordine. Ed è solo nel contesto della levigatezza della nostra società che il lusso dell’imperfezione può essere perdonato».
Lucio Liguori – Un mare di alici
Lucio Liguori, esponente maggiore di una nota famiglia di artieri, nasce nel 1958 a Vietri sul Mare, si diploma al Liceo Artistico di Salerno, si forma attraverso molti stage in botteghe ceramiche vietresi, infine apre il suo atelier a Raito.
Nel 1979 vince il Premio Nazionale Viaggio attraverso la ceramica di Vietri sul Mare e nel 2000 partecipa alla Biennale Internazionale di Ceramica di Vallauris. È invitato a residenze d’artista, mostre e concorsi in Svezia, Belgio, Grecia, Tunisia, Francia, Portogallo e in Italia, nelle città di antica tradizione ceramica di Albisola, Cerreto Sannita, Deruta, Faenza, Grottaglie, Lodi, San Lorenzello, Santo Stefano di Camastra.
Costante sperimentatore sia nella foggiatura che nella decorazione delle sue opere, ha introdotto a Vietri la tecnica del raku e arricchito il patrimonio iconografico locale rinnovando la tradizione figurativa “tedesca” e proponendo una ornamentazione astratto-geometrica sulla scorta dei magisteri di Escher e Guido Gambone.
Alla domanda: «Cosa rappresenta il mare per l’essere umano?», il maestro ha risposto: «Semplice: il mare è il suo passato, il mare è il suo presente, il mare è la sua vita, e cioè il suo futuro. Guardo a tutto ciò che il nostro mare ha da offrire e che mi ispira ogni giorno. Osservo anche la dimensione celeste e le sue costellazioni, quellaa vastità spazio-temporale che da sempre mi affascina».
Pasquale Liguori – Blù infinito
Pasquale Liguori vive e lavora a Raito di Vietri sul Mare. Inizia giovanissimo a conoscere le tecniche della ceramica sia al tornio che nella decorazione. Già dal 1975 con mezzi rudimentali tritava i componenti per sperimentare gli smalti e grazie alla sua continua ricerca perfeziona smalti di diverse caratteristiche riuscendo anche ad ottenere, con applicazioni di lustri metallici, risultati che rendono le sue opere uniche. Ha partecipato a numerose mostre nazionali ed internazionali.
Alcune opere sono presenti in molti musei nazionali e in musei internazionali come: Museo Cargaleiro Pòlo Castelo Branco, accanto alle opere di Pablo Picasso e due mattonelle policrome stanno esposte a Museo Nacional do Azulejo a Lisbona (Portogallo). I suoi personaggi sembrano usciti da una fiaba e il mondo femminile è ispezionato dall’artista in tutte le sue sfaccettature. I soggetti si librano nell’aria, nuotano nel mare con i pesci, vivono esperienze che ogni bambino ha immaginato almeno una volta nel corso della sua infanzia. Nel suo mondo tutto è possibile e ogni gesto è pura magia.
Sandro Mautone – Onda lunga
Sandro Mautone è nato a Napoli nel 1950, dove ha seguito gli studi artistici e alla fine degli anni settanta si è trasferito a Praiano, dove all’epoca si era formata una piccola comunità di amici artisti che lontano dalla città cercavano negli spazi silenziosi della costiera di approfondire il loro interesse per le arti. La pittura, la grafica, la decorazione concentrarono in una prima fase gran parte dello studio e del lavoro.
Poi ad Amalfi avvenne l’incontro con Alberto Sassone e la ceramica. Comincia ad insegnare discipline plastiche al Liceo Artistico di Salerno. Riceve premi e riconoscimenti e allestisce mostre. A Praiano partecipa al progetto Naturarte, inserendo suoi lavori in uno dei percorsi previsti dal progetto. Ora continua la sua ricerca a Cava dei Tirreni, dove da alcuni anni abita. Tra linee semplificate e dalle diverse gradazioni tonali, Mautone articola lo spazio conferendogli una dimensione misteriosa ed impalpabile. La natura in Mautone è silenziosa, arcadica, rigogliosa, segnata da tratti netti e ben precisi che si collocano in una tradizione pittorica classica ma reinterpretata in chiave moderna.
Francesco Raimondi – Sirene di Atrani
Francesco Raimondi è nato a Vietri sul Mare nel 1959 e nello splendido centro della Costiera Amalfitana ha sempre lavorato e vissuto. Il suo laboratorio “L’ Archetto”, è diventato il punto di riferimento di tutti gli appassionati cultori della ceramica. Decoratore per vocazione, sin da giovanissimo si è formato nelle principali “faenzere” vietresi, lavorando al fianco di grandi maestri.
Le sue opere sono esposte in molti dei grandi musei di tutto il mondo e numerose collezioni private tra cui: il Museo della ceramica Flicam di Fu Ping in Cina, il Museo dell’Azulejos di Lisbona,il museo della ceramica di Nabeul in Tunisia, il Museo Internazionale della Ceramica di Faenza e molti altri.
Nel 2006 vince la Medaglia d’oro al Chelsea Flower Show di Londra con la regione Campania, premiato da sua maestà la Regina Elisabetta. Nell’ottobre del 2016 gli è stato assegnato il titolo di “Maestro d’Arte e Mestiere”, come uno dei principali esponenti della qualità italiana nel mondo. La giuria della triennale di Milano, L’associazione Cologni e L’Associazione ALMA hanno inserito il Maestro nel Libro D’Oro dell’Eccellenza Artigiana Italiana. Nel 2018 gli viene conferita l’Onorificenza di Cavaliere “Al merito della Repubblica Italiana” dal Presidente della Repubblica Mattarella.
I racconti di avvistamenti di mostri marini si trovano in tutte le culture che hanno avuto contatti con il mare. Misto di paura e fascinazione suscitavano le sirene, simboli del richiamo del mare, che con il loro canto attiravano i marinai e li trascinavano negli abissi infernali, dove anche i poteri dei Santi protettori erano inefficaci.
Le sirene di Raimondi emanano un fascino misterioso si muovono in una dimensione astratta ma ricca di citazioni colte, invitando con spregiudicatezza l’osservatore a rendersi aperto alla contaminazione, correndo il rischio di essere giudicato talvolta “grottesco” nel suo significato ambivalente.