Una rito antico che si cela dietro a lunghe tradizioni contadine. In Costa D’Amalfi la raccolta dell’uva riunisce famiglie e tutti i residenti
Di Anna Volpicelli, foto di Salvatore Guadagno
Il sapore della terra, la sensazione di toccare con mano i suoi frutti, di sentirne il profumo vivo, con il suo bouquet di sfumature olfattive, la sua freschezza e genuinità. Chi lavora nei campi, sa quanto il tempo dell’attesa sia importante, ha imparato ad ascoltare e coltivare la pazienza che madre natura insegna. E’ stato educato al suo linguaggio, ad assecondare i suoi ritmi, con delicatezza e molto rispetto, a destreggiarsi fra le varie intemperie che sono al di fuori di qualsiasi tipologia di controllo, ma soprattutto ha coltivato in sé un profondo senso di gratitudine per i suoi doni, che vengono celebrati come un momento di festa. Questa è la vendemmia, un evento annuale legato al lavoro in vigna, ma anche un rituale inserito nelle tradizioni agricole della Costa D’Amalfi, che porta con sé un grande valore storico, antropologico, sociale e di conoscenza approfondita del proprio territorio.
Di generazione in generazione
E’ una delle tradizioni agricole più antiche che, con il tempo, sono state tramandate di generazione in generazione, attraverso metodi di lavoro precisi e saggezze contadine. Certo, con gli anni, la tecnologia si è evoluta, accelerando e facilitando alcuni processi. Ciò che è rimasto immutato è il rapporto intimo e profondo con la terra, la manualità della raccolta e soprattutto il suo forte potere di aggregazione. «Il periodo vendemmiale per noi è una festa in cui viene coinvolta tutta la mia famiglia, più i mie tre operai. E’ un momento di aggregazione, in cui si celebra lo stare insieme, dove si raccoglie l’uva avvolti dal calore del sole, dove si condividono cibo e bevande, soprattutto il vino,» ci racconta Luigi Reale, proprietario dell’azienda agricola Reale Andrea, nel borgo di Gete, uno dei tredici villaggi del comune di Tramonti.