Agerola festeggia i 60 anni della processione del Venerdì Santo

Agerola festeggia i 60 anni della processione del venerdì santo

Nata nel 1963 da un’idea di Don Domenico Scala, la via crucis agerolese riporta teatralmente in vita la Passione di Cristo. 

7 Aprile 2023, di Anna Volpicelli. Foto di copertina di Haran Erenler (pexels.com)


Quella di Agerola non è una semplice via crucis, ma un racconto drammatico e profondo, dove le vicende e le emozioni dell’ultima settimana della vita di Gesù di Nazareth vengono rappresentate e narrate nelle vie e nelle piazze di tutte le frazioni del borgo. 

Dai sepolcri alle piazze

Alla sua Sessatesima edizione la Processione del Venerdì Santo Agerolese, ripercorre ancora oggi tutti i momenti e le tappe-simbolo che hanno coinvolto le vicissitudini di Gesù Cristo prima e durante la sua morte. 

«La processione nasce nel 1963 da un’idea di Don Domenico Scala, compianto parroco della parrocchia Santissima Annunziata di Agerola – ci racconta Matteo Casanova, presidente dell’Associazione del Venerdì Santo Agerolese – Inizialmente si trattava di una processione che faceva capolino nei vari sepolcri collocati nelle frazioni. Successivamente è stato aggiunto anche un copione recitato che mette in scena il susseguirsi degli eventi che hanno caratterizzato questo periodo emotivamente intenso». 

Agerola festeggia i 60 anni della processione del Venerdì Santo
Photo courtesy of Associazione del Venerdì Santo Agerolese

Patrimonio religioso

Fondata nel 2017 l’Associazione è stata costituita da un gruppo di giovani under 30 che da circa sei anni si impegnano a mantenere attiva una tradizione radicata nel territorio che con il tempo si è tramutata un vero e proprio patrimonio religioso, storico e culturale. 

«Prima la manifestazione religiosa era gestita dal comitato dei Battenti, ma poi abbiamo deciso di prendere noi le redini del tutto», spiega Casanova, che di professione fa il vigile urbano. «Siamo nati con il solo scopo di dedicarci a questo importante evento a cui lavoriamo circa sette mesi all’anno per realizzarlo». 

Creatività e manodopera locale

Dall’abito della donna del popolo, a quello del soldato fino alla croce, tutto viene prodotto in loco. «Sono circa 250 figurati e ogni costume è stato cucito dalle sarte del paese, gli accessori come gli scudi, le spade e gli elmi sono stati selezionati grazie a un lungo lavoro di ricerca per cui siamo stati supportati da storici locali che ci hanno aiutato ad identificare i vari oggetti di scena». 

Le 10 rappresentazioni 

Il luogo di partenza e di conclusione del pellegrinaggio è San Lazzaro, località dove si è sviluppata ed è cresciuta la manifestazione sacra negli anni ’60, che in un percorso emozionale ha coinvolto tutta la zona raccontando i 10 eventi fondamentali della Passione di Cristo. 

Si comincia, infatti, con il tradimento di Giuda nell’orto degli Ulivi, e il processo del Sinedrio, per poi passare all’interrogatorio di Pilato e alla proposta di scambio con Barabba. Si procede poi con il beffeggio di Erode alla sentenza di morte e pentimento di Giuda. Da qui si assiste alla prima, seconda e terza caduta per terminare con la Crocifissione. 

«Riportiamo in vita tutte le figure-chiave della via crucis dai giudei ai sommi sacerdoti, da Ponzio Pilato con la sua legione romana e i cavalli, ad Erode. Ci sono interpreti che per diversi anni hanno incarnato gli stessi personaggi, fra cui Anna, il sommo sacerdote, recitato da ben 40 anni da Raffaele Acampora, oppure Erode, da 60 anni impersonato da Antonio Mansi, che oggi all’eta di 84 anni ancora ci bacchetta durante le prove se non rispettiamo il copione». 

Agerola festeggia i 60 anni della processione del Venerdì Santo
Photo courtesy of Associazione del venerdì santo Agerolese

La colonna sonora originale

Una voce narrante guida la processione accompagnato da una colonna sonora. «La musica è stata creata appositamente per questo evento negli anni ’70 dal grande maestro Aurelio Fierro». 

Dalle 15 del pomeriggio alle 21 di sera, Agerola assume le sembianze di una sorta di teatro in movimento dove ogni luogo svolge un ruolo cruciale nella rappresentazione. «La vicenda di Ponzio Pilato, per esempio, ancora oggi viene recitata nell’ex-scuderia del generale Avitabile», spiega Casanova. 

La Crocifissione

Il fiato si stringe in gola facendosi più pensate quando guidati da canti e lamenti si arriva al Parco Colonia Montana. La notte ormai è vicina e mentre la luna e le stelle illuminano il cielo, sui volti dei fedeli e’ inciso il dolore. Siamo, infatti, alla Crocifissione. 

«Qui le tre croci alte circa 5 metri vengono issate al cielo portando con loro le figure di Gesù Cristo e dei due ladroni. Il tutto è cosi reale che i tre uomini sembrano davvero scolpiti». Commozione ed intimità si diffondono nell’aria, «l’emozione è talmente forte che davvero sembra di essere catapultati in quel momento avvenuto secoli e secoli fa», racconta Canova. 

Ad accompagnare la scena la luce fievole di fiaccole realizzate a mano espandono in modo quasi assordante il silenzio teso e sofferente, la disperazione, l’amarezza e lo smarrimento che la gente del popolo, o meglio i fedeli, di un tempo hanno sentito nei loro cuori. Un dolore, che presto però, verrà lenito e trasformato dalla luce dell’inaspettato e già annunciato miracolo.