Dal 2003 il rito del taglio dell’anguria alle 16:30 è diventato il simbolo dell’estate della Costa d’Amalfi
25 agosto 2023, di Redazione
Dal 2003 è il punto di riferimento non solo dei praianesi, ma anche di numerosi turisti italiani e stranieri che arrivano in Costa d’Amalfi per trascorrere le vacanze. Il lido OneFire Beach nasce dall’idea di un gruppo di amici, tutti provenienti dal mondo dell’hotellerie, di creare qualcosa di unico che fosse in grado di unire gli ingredienti tipici del territorio, il cibo, il paesaggio con le sue scogliere e il suo mare cristallino, a un’ospitalità genuina ma attenta, condita con tanto divertimento.
Valorizzazione del territorio a Praiano
«Eravamo molto determinati, anche perché per arrivare qui bisogna percorre 400 scalini, quindi dovevamo veramente offrire qualcosa che ne valesse la pena, che spingesse i nostri ospiti, ormai numerosi, a passare qui intere giornate», racconta Costabile Pane co-proprietario, già co-founder del ristorante Kasai di Praiano.
Ecco quindi la scelta del colore degli ombrelloni, arancio, che brilla di accoglienza, l’angolo DJ, che emoziona con la sua musica, e la scelta di assumere da subito un addetto al food & beverage.
«Offriamo solo prodotti locali, quali formaggi della Costa d’Amalfi, verdura che proviene dalla nostra terra e molto altro». Anche la scelta del nome ha radici locali. «Questo è il punto più caldo di Praiano, se non dell’intera costiera. Da ragazzini lo chiamavamo “un fuoco”, da adulti lo abbiamo ripreso, traducendolo in OneFire e ha funzionato», racconta Costabile.
L’attesa dell’anguria in Costa d’Amalfi
La creatività, insomma, qui è di casa, e soprattutto la voglia e la necessità di stare bene e regalare agli ospiti momenti indimenticabili. Con questa intenzione è nato il famoso Melon Time, ormai rito indiscusso della Costiera Amalfitana.
«Qui il sole picchia forte tutto il giorno. Per alleviare il caldo, abbiamo cominciato ad offrire ogni giorno nel pomeriggio una fetta di anguria ai nostri ospiti. Voleva essere un semplice gesto, che si è trasformato con il tempo in un vero e proprio rituale. Sono stati proprio i nostri clienti a cominciare a ballare mentre noi servivamo l’anguria e a mano a mano, il tutto è diventato un vero e proprio happening».
Alle 16:30, il Dj alza il volume della musica, e una grande anguria viene disposta su un tavolo. Francesco Giorgio, il watermelon boy, comincia a tagliare fette di anguria danzando, mentre i vari ospiti, in cerchio, ballano aspettando di ricevere la loro porzione. «E’ una vera e propria festa. Le persone, ormai, vengono apposta per partecipare a questo evento».
La formula del successo
Al centro di tutto c’è sempre l’ospite. «Li conosciamo tutti e li chiamiamo per nome. Anche quando prendiamo l’ordinazione, sulla comanda non mettiamo né un numero, come spesso accade, né il cognome che pone una sorta di distanza. Al contrario scriviamo il loro nome. Credo sia un dettaglio fondamentale». Ed è probabilmente questa vicinanza e intima connessione la formula del successo di OneFire.
«All’inizio non avevamo un logo. Fu un ospite spagnolo che si propose di disegnarlo e crearlo per noi. Trascorse qui una vacanza e colpito, disse, dalla nostra umanità decise di farci questo regalo. Una bella soddisfazione. Per noi è fondamentale esprimere ciò che siamo, in modo professionale, certo, ma soprattutto in modo autentico. E questo mette l’ospite a proprio agio, a tal punto che anche lui sente di poter essere se stesso. Ed è questa attitudine che ci ha portato, con il tempo, a costruire la nostra attività. Ed è per questo motivo che le persone, anche i locali, continuano a tornare».