Il suo lavoro sul famoso il Sentiero degli Dei ha dato vita a un nuovo modo di viaggiare ed esplorare il territorio a piedi, grazie alla mappatura di 200km di itinerari percorribili.
1 giugno 2023, di Anna Volpicelli. Foto di Jurjen Drenth
Di lingue ne parla 6, 7 se si include il dialetto napoletano. Peter Hoogstaden, ingegnere olandese e fondatore di Genius Loci Travel, tour operator specializzato in cicloturismo, escursionismo e turismo responsabile, ha fatto della sostenibilità ambientale e probabilmente della lotta al cambiamento climatico la sua filosofia di vita.
Residente a Salerno, quando non è in viaggio per l’Italia e l’Europa a lavorare sui territori per riportare a nuova vita aree verdi e promuovere un turismo a zero impatto ambientale, gira per la città e per tutta la Costiera Amalfitana, a piedi o in bici. Alto, snello, un fisico agile e una parlantina scattante, in un discorso passa dall’italiano, all’inglese, al francese e al dialetto con estrema facilità, in base alle circostanze. Il suo senso dell’umorismo condito, ogni tanto, con una leggera nota di genuino sarcasmo è ciò che lo contraddistingue.
«Sono un uomo pratico, preciso e mi piace scherzare», ci dice ridendo. Probabilmente è questa sua attenzione ai dettagli, concretezza, lungimiranza e capacità di gestire diversi progetti contemporaneamente che lo hanno reso uno degli imprenditori turistici più richiesti del sud Italia.
La scoperta del potenziale campano
Il suo primo incontro diretto con l’Italia fu negli anni ’90, poiché invitato a partecipare a una conferenza internazionale sul Parco Nazionale del Cilento a Palinuro.
«A quel tempo lavoravo per conto della UE, presso il ministero francese, vivevo a Lille e poi a Boulogne sur Mer, e il mio ruolo era quello di occuparmi delle aree verdi europee in un programma speciale che riuniva i paesi in una sorta di scambio di informazioni su parchi regionali per il loro buon mantenimento. Il problema era che, a differenza dei paesi nord europei e la Spagna, i progetti del mediterraneo faticavano a decollare. Cosi il ministero francese mi mandò in Italia ad occuparmene».
Un’esperienza che sarebbe dovuta durare per un tempo determinato, ma che poi si trasformò nel suo impegno di vita.«Dal balcone del mio hotel a Palinuro guardavo il panorama pensando questo è un posto meraviglioso, con delle potenzialità enormi per il turismo outdoor».
I primi progetti sul territorio
Ritornato in Francia iniziò a collaborare con la LIPU, WWF e Franco Tassi, direttore storico del Parco Nazionale dell’Abruzzo. «Continuavo a vedere che i progetti italiani non riuscivano a concretizzarsi. Chiamai cosi Franco Tassi, con cui avevo stretto buone relazioni lavorative, e gli dissi che mi ero stufato di fare il burocrate e che volevo aiutare il suo paese. Lui mi propose di lavorare per lui».
Si trasferì a Napoli, dove la fidanzata del tempo abitava, e cominciò a lavorare per il Parco Nazionale dell’Abruzzo, con un occhio puntato sulla Campania. «La Campania aveva appena emanato un protocollo relativo alla Legge 33 del 1993 che riguardava l’istituzione dei parchi regionali. Mi proposi per portare il mio contributo a tale programma ma nulla di buono ne uscì. Cominciai quindi ad occuparmi di alcune aree verdi della città di Napoli, tra Agnone e il Parco delle Colline di Napoli, fino a quando poi mi trasferì ad Agerola, per collaborare al Piano Regolatore».
La residenza ad Agerola in Costa d’Amalfi
Era il 1997 quando iniziò a mettere le mani sui sentieri di Agerola. Inizialmente parlò con vari sindaci della Costiera, per cercare un supporto, ma ebbe difficoltà a trovare il loro consenso.
«A quel tempo non si parlava di turismo escursionistico, ma io ne vedevo il potenziale, ed Agerola era il posto perfetto da dove poter partire. Cosi parlai con l’allora sindaco di Agerola, Tommaso Cuomo, e con l’assessore Pasquale Gentile, e loro mi diedero fiducia».
Il suo primo progetto fu l’ormai celebre Sentiero degli Dei. «Tutti pensano sia stata una scoperta. In realtà, io non ho scoperto nulla, il Sentiero degli Dei era già li. C’era qualche segnaletica del CAI, ma nulla di più. Era un sentiero poco battuto, io ci andavo con alcuni amici del circolo locale di Legambiente Riola. Il professor Aldo Cinque aveva già fatto un piccolo inventario dei sentieri possibili. Io ho preso spunto da qui e ho catalogato tutti i sentieri di Agerola».
Lavorando su una mappatura dei vari percorsi possibili, riuscì a delineare 200 km di itinerari che si diramavano da Agerola lungo tutta la Costiera. «Il turismo in questa zona della Campania ha una storia lunghissima e il mio impegno è sempre stato quello di esaltarne le potenzialità. Percorrendo l’Amalfitana noi vediamo solo il 5% di quello che è la Costiera, ma il 95% rimane nascosto e i sentieri ci aiutano a scoprire le zone meno visibili a occhio nudo».
La fiducia ripagata
Scommise con il sindaco di Agerola 100 mila lire che quell’anno avrebbe portato almeno 100 turisti stranieri. «Contattai tutte le agenzie e tour operator che conoscevo, alcune delle più importanti in Europa, fra cui l’olandese SNP e l’inglese Exodus. Arrivarono quasi 150 olandesi, e 15 gruppi di inglesi. In quell’anno mi sono trovato a gestire oltre 1500 persone. Ho dovuto assumere una segretaria perché davvero non sapevo come fare, io ero un ingegnere, non un imprenditore turistico».
I primi ad accogliere l’iniziativa furono proprio gli Europei. «Ad essere sorpreso fui io stesso. Ricordo che un gruppo di inglesi arrivò a febbraio. Alloggiavano ad Agerola, all’Hotel Gentile. Mi chiamò il capogruppo lamentandosi del freddo e il proprietario dell’hotel mi disse, che ci sono venuti a fare a febbraio che fa freddo. Dopo poco arrivarono alcuni giornalisti del National Geographic e Discovery Channel. Tuttavia, questi ultimi, non li portai sul Sentiero degli Dei, ma su un altro sentiero a Montepertuso. Fu un grande successo, la puntata andò in onda per molto tempo».
In un anno Peter riuscì a trasformare Agerola in un hub per il turismo sostenibile ed escursionistico. Da qui poi aprì la sua agenzia Genius Loci Travel.
Uno sguardo al futuro
Attualmente è impegnato in altri progetti in Costiera, fra cui il recupero dei sentieri di Tramonti, tra i quali il Sentiero delle Formichelle, dedicato alle donne che, in passato, piegate sotto pesanti sporte in legno trasportavano i limoni. «In Costiera i sentieri sono antiche strade comunali che i residenti hanno sempre percorso per motivi commerciali, soprattutto quelli che abitano nelle montagne. E il sentiero delle Formichelle ha un patrimonio antichissimo dato che veniva percorso da queste donne trasportatrici di limoni».
Questo itineriario che parte da Tramonti e porta dalle colline dell’entroterra fino al mare attraversando mulattiere e lunghi terrazzamenti di limoni, è rimasto per lo più intatto. «L’eredità territoriale della Costiera è ampia e ricca. Tutti i vari sentieri sono collegati fra di loro. Ce ne sono molti e adatti a qualsiasi esigenza, da facili a molto impegnativi. L‘ Alta Via dei Monti Lattari, per esempio, non ha nulla da invidiare ai percorsi che si trovano in Trentino. É un sentiero alpinistico con dislivelli importanti. Sfido qualsiasi alpinista a venire qui e a sperimentare».
Il turismo sostenibile sotto casa
Secondo Peter la sfida importante è quella di far scoprire anche agli italiani la Genius Loci del loro BelPaese. «Dopo tanti anni di lavoro con gli stranieri, ci piacerebbe portare anche sempre più italiani qui in Costiera. Non solo per una escursione giornaliera, ma per una vera e propria vacanza alla scoperta del territorio. Abbiamo elaborato tante proposte e da pochi mesi è nato www.trekking-italia.it un portale che raccogie tanti percorsi per il trekking volti alla conoscenza di questa parte del sud Italia. Perché il turismo più sostenibile è quello sotto casa».