E’ il borgo più antico della Costiera Amalfitana. Qui la storia, la bellezza della natura, la cultura e la profonda fede convivono in armonia
10 dicembre 2020, di Laura Thayer
La prima sensazione che si ha quando si giunge a Scala, considerato il più antico insediamento della Costiera Amalfitana, è di totale tranquillità. Sulle montagne sopra la frenetica Amalfi e appena oltre la valle di Ravello, c’è qualcosa di innegabilmente diverso nell’atmosfera di questo villaggio.
«L’intensità della spiritualità e l’intensità della bellezza», così la descrive Padre Enzo Fortunato, autore, giornalista e direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi. Ed è proprio tale profondità ciò che rende questo borgo così speciale.
Padre Enzo ha viaggiato molto in tutto il mondo eppure la sua città natale, Scala, è avvolta da una bellezza mai trovata in nessun altro luogo. Un’affermazione audace e tuttavia facilmente confermata: basta addentrarsi nei suoi vicoli per scoprire la sua miscela unica di storia, cultura e incanto naturale.
Il Borgo di Scala si sviluppa lungo un fianco della montagna tra la Valle del Dragone (sotto) e le dolci curve dei Monti Lattari (sopra). Cinque diverse frazioni ruotano attorno al suo centro: il Campidoglio si trova in alto, sopra il resto del paese con Santa Caterina e San Pietro, a nord Minuta e Pontone a sud verso il mare. A vegliare sul cuore pulsante della località c’è la suggestiva Piazza Municipio ed è qui che inizia a schiudersi la sua storia.
Il senso della fede
Già colonizzata dal V secolo, la ricchezza e il successo di Scala erano strettamente legati alla Repubblica di Amalfi. Nel Medioevo, i suoi nobili residenti avevano costruito grandi palazzi e chiese riccamente decorate che hanno plasmato il borgo con i numerosi esempi architettonici del periodo che ancora oggi continuiamo ad ammirare.
La spiritualità ha lasciato un segno indelebile su Scala e i suoi abitanti hanno trasmesso a lungo un profondo senso di fede in tutto il mondo. Una targa in piazza Municipio onora fra Gerardo Sasso, monaco scalese, fondatore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, e primo italiano a costruire un ospedale in Terra Santa.
Anche se le dimensioni imponenti del Duomo di Scala oggi sembrano eccessivi per il pacifico villaggio, è una testimonianza della fede onnipresente nella città che si manifesta anche nella dedizione al loro patrono San Lorenzo. Sotto la navata svettante, una scena di maiolica del 1853 dipinta a mano sul pavimento, mostra un grande scudo con un leone che sale una scala.
Sulle orme di Sant’Alfonso
Non lontano dal centro, un cancello un po’ sgualcito segna l’ingresso nella Grotta di Sant’Alfonso. Percorrendo una ripida scalinata, si fa capolino alla cappella, che ha sul suo sfondo una grotta. Questo pare sia il luogo dove nel 1730 la Vergine Maria apparve a Sant’Alfonso Maria de ‘Liguori. Figura affascinante, Sant’Alfonso era un vescovo e teologo nato a Napoli, oggi più noto per aver scritto la canzone di Natale ormai popolare in tutta Italia Tu scendi dalle stelle.
Sant’Alfonso fu attratto da Scala e trovò sollievo nel suo paesaggio tranquillo e incantevole, che si dice abbia influenzato e ispirato la sua scrittura. Proseguendo verso l’alto, sulle orme del santo si incontrano, prima, le rovine del Castrum Scalae Majoris, un castello di epoca medievale, per poi fermarsi al Rifugio Santa Maria dei Monti, un luogo cosi suggestivo che sembra di osservare dal cielo l’intero scenario che domina la Costiera Amalfitana.
Esplorando a piedi Minuta
Con un ambiente così panoramico, l’escursionismo è il modo migliore per vivere da vicino il paesaggio naturale del borgo. Rino Mansi, scalese e guida escursionistica, ha esplorato queste montagne sin da bambino. Cresciuto percorrendo i numerosi sentieri di Scala con il padre e la famiglia, ora conduce escursioni all’interno del villaggio e lungo la Costiera Amalfitana con la sua impresa locale ScalandTrekking.
«Il mio motto è lasciare le città e prendere i sentieri – dice – Perché ogni escursione in montagna ci porta a scoprire qualcosa di nuovo. Camminare lentamente immersi nella natura, con pause di assoluto silenzio, è sempre un viaggio dentro noi stessi».
Scala offre un’ampia varietà di passeggiate intriganti in cui storia e natura si fondono perfettamente. Il posto migliore per iniziare è dalla frazione di Minuta, scenograficamente situata su un pendio di montagna arroccato tra terra e mare.
Al centro di Minuta si trova la Chiesa dell’Annunziata su una piazzetta dove il tempo sembra essersi fermato. Fondata nell’XI secolo, è tra le chiese più antiche della Costiera Amalfitana. All’interno, la chiesa restaurata rivela elementi architettonici medievali mentre la cripta custodisce un tesoro inaspettato. Una serie di affreschi del XV secolo riempiono lo spazio con le loro vivaci tonalità di rosso, giallo e verde. Tra le scene religiose sono riconoscibili le storie della vita di San Nicola di Bari.
Lo sguardo verso Pontone
Da Minuta, la bellezza naturale di Scala risplende di ciò che Padre Enzo descrive come «il genio di Dio nella creazione». Guardando giù lungo la costola della montagna, le rovine della chiesa di Sant’Eustachio del XII secolo a Pontone sono uno spettacolo suggestivo.
Un sentiero di antichi gradini in pietra conduce da Minuta fino alle rovine dove è possibile sostare tra le mura diroccate e immaginare lo splendore della chiesa quando la Repubblica di Amalfi era al suo apice. A pochi passi da Pontone, si erge la Torre dello Ziro, la torre di guardia del XV secolo un tempo parte del sistema difensivo di Amalfi: un altro ricordo del ricco passato di questa zona. La gita offre una spettacolare vista a volo d’uccello su Atrani, Amalfi e sui paesaggi nascosti della Costa d’Amalfi.
Natura incontaminata nella Valle delle Ferriere
Il tempo trascorso a girovagare dentro e fuori Scala non è completo senza essersi addentrati nella Valle delle Ferriere, una riserva protetta situata in un’area montuosa sopra Amalfi. Da Pontone, un sentiero accidentato conduce nella valle oltre i limoneti, passando per le rovine delle cartiere lungo un ruscello, dove un tempo creavano la carta pregiata di Amalfi, fino a raggiungere un paesaggio boscoso diverso da qualsiasi altro in Costiera.
«All’interno della riserva, grazie alle cascate, al ruscello di montagna e alla brezza marina, si è formato un microclima subtropicale – spiega Mansi – che è diventato un habitat esclusivo per una felce gigante (Woodwardia radicans) risalente al periodo cenozoico, oggi simbolo della valle».
Circondato da una distesa di natura incontaminata, dal suono delle cascate e dalla sensazione della fresca brezza propria del bosco, il trambusto del mondo sembra lontano. Questo è il vero dono di Scala: la tranquillità.
«I vari percorsi sono una serie di emozioni positive che certamente portano gioia allo spirito», dice Mansi. Questo viaggio lungo i numerosi sentieri, dalla cima dei Monti Lattari alle torri storiche e alle valli lussureggianti, rivela perché Scala sia, ancora oggi, una gemma nascosta della Costiera Amalfitana.